I RICORDI DI GENOVA

Mattina di metà maggio, aria fresca, depressione intensa, solitudine profonda. Quante domande attraversavano la mente,

quanti pensieri complessi che impedivano di vivere, alla fine un rimedio unico: solo il mare poteva alleviare tutta quella sofferenza ma era troppo tardi, quel viaggio di importanza fondamentale non sembrava proprio possibile.

Perché tutto questo?? Quanti perché nel cuore della notte tra il 12 e il 13 maggio. Quei perché che tormentavano l'anima fino a sfinirla, fino a crollare in un sonno profondo, stremata dall'angoscia. E proprio in quella notte udii una voce di una bambina che pronunciava il mio nome:"Stefy, Stefy" e bussava alla porta della mia camera. Mi svegliai di colpo, sudata, spaventata, chiedendomi di chi fosse quella voce e che cosa avrebbe voluto dirmi. La risposta arrivò il mattino seguente, era semplicemente il mio angelo custode che mi ha lasciata troppo presto, crudelmente strappata alla vita e dal mio braccio solo dopo due giorni, che vegliava su di me come non mai e che mi aveva mandato un grande segno: il viaggio era possibile per un semplice motivo che mi è stato detto in sogno ma che non è giusto rivelare e così nella prima mattinata arrivammo a Genova in un bellissimo clima primaverile. La pioggia ancora una volta era stata scongiurata , forse un messaggio di serenità, quella serenità che il mio angelo custode ha voluto darmi a tutti i costi. La prima tappa è stata l'Acquario con scene un pò comiche come al solito poi i caruggi, piazza De Ferrari, il cuore economico e sociale della città e da lì i primi ricordi di adolescenza, le estati trascorse con la nonna a passeggio per la sua amata Genova, con le sue storie, la sua camminata veloce, il suo sorriso. Sono passati ben 20 anni da quell'ultimo giro. Non avrei mai immaginato di rivedere la nonna in lacrime e terrorizzata per l'ultima volta nel 2003 in un clima di odio feroce, un odio violento, mirato e crudele. Un odio che ancora oggi continua, inutilmente placato. Quel giorno però non c'era tempo per odiare perché il tempo è noto per scorrere troppo veloce e bisognava godere ogni istante che l'angelo custode mi aveva concesso. Raro trovare qualcuno con cui essere in perfetta armonia e quando accade una cosa simile occorre dirsi sinceramente tutte le cose più belle che si provano prima che sia troppo tardi, forse adesso è già troppo tardi....

 

A spasso per i caruggi è stato bello immortalare le zone d'ombra, le grandi scale, sotto braccio tra gli spazi stretti e in Piazza De Ferrari quei getti della fontana con gli splendidi giochi di acqua.


Non soddisfatta delle foto a colori decisi di catturare delle geometrie in bianco e nero e questo è stato possibile all'interno della Galleria Mazzini tra Piazza de Ferrari e il Teatro Carlo Felice. accanto al quale la disposizione delle luci offre ai fotografi uno spunto simpatico per i temi black and white.

Successivamente fu stabilito di fare tappa alla Cattedrale di San Lorenzo, chiesa medievale con facciate e portali gotici. I due leoni che fiancheggiano la scalinata sono pera dello scultore Rubatto e risalgono al 1840. All'interno c'è una navata centrale in marmo con la volta del presbiterio affrescata da Lazzaro Tavarone che rappresenta il martirio di San Lorenzo. Nella navata destra viene conservata una bomba lanciata dagli inglesi sulla chiesa nel 1941 durante la seconda guerra mondiale e mai esplosa a differenza di tutto l'odio del 2003. Quell'odio ha avuto più conseguenze di una vera e propria esplosione bellica, gli insulti, l'abbandono delle persone che credi di amare fanno più male di una vera e propria ferita, di un pugno, di un pestaggio.

Appena al di fuori delle antiche mura medievali, in prossimità di Porta Soprana, sorge la casa di Cristoforo Colombo in cui il navigatore ha abitato tra il 1455 e il 1470. Accanto a questa casa sorge il chiostro della chiesa di S.Andrea del XII secolo abbattuto nel 1904 e recentemente restaurato.

Verso la fine della giornata decidemmo di concederci un pò di relax vicino al porto. Il sole splendeva e le nuvole regalavano delle preziose inquadrature simili a quadri dei pittori impressionisti. Più volte fissai lo sguardo verso il cielo azzurro ma non tanto per abbronzarmi, soprattutto per ringraziare chi da lassù mi aveva regalato dolci ricordi, preziosi momenti seppur brevi, attimi che scacciavano via le menzogne, i dubbi. Perché in questa vita così difficile e tormentata non si può tranquillamente godere della semplicità di piccoli gesti affettuosi, sguardi complici, abbandonare l'invidia, la rabbia, l'ira, dirsi poche ma dolci parole guardandosi negli occhi come ad esempio un ti voglio tanto bene, prima che tutto finisca per sempre?? E' tardi, ormai troppo tardi....